Vite degli artisti, vite degli architetti by Hans Ulrich Obrist

Vite degli artisti, vite degli architetti by Hans Ulrich Obrist

autore:Hans Ulrich Obrist [Obrist, Hans Ulrich]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utet
pubblicato: 2017-09-10T22:00:00+00:00


Marina Abramović Presents…

Cosa ne pensi di Michael Jackson? L’altro giorno Jeff Koons ha detto che secondo lui il mondo ha perso un grande artista con Michael Jackson.

MA: Oh no, no. Io la penso in modo molto diverso. In effetti, abbiamo parlato a lungo di Michael Jackson con Antony and the Johnsons. Antony pensa che sia una vergogna, quello che lui ha fatto della sua vita: avrebbe potuto usarla in maniera migliore e più produttiva grazie alla sua posizione come artista e musicista. E non è nemmeno giusto per i suoi figli, che comunque non sono suoi, ma non è questo il punto. Io penso: è uno spreco di tempo bello e buono, essere così depresso e maltrattato. È questo che odio. Io odio distruggere la vita in quel modo. E allo stesso tempo credo che per lui fosse questa l’unica via d’uscita, essere un martire, perché non riusciva a fare cinquanta concerti. È stato costretto a morire, in effetti, perché non c’era un’altra via.

In questo senso era come un punto morto.

MA: Era proprio un punto morto! Lo sai, in realtà è stata un buona fine, perché un artista deve sapere come vive, quando smette di lavorare e come muore. Il mio più grande desiderio, parlando di morte, è morire senza rabbia, non insoddisfatta: morire consapevolmente. Consapevolmente e con l’enorme soddisfazione di sapere che ho fatto quello che dovevo fare.

Oggi alla Whitworth Art Gallery hai detto di aver già cominciato a lavorare a un progetto a lungo termine, la tua morte.

MA: C’è un terzo atto, come diceva Leonard Cohen sul “Guardian” di ieri. Ha detto che il terzo atto comincia sempre bene, ma finisce in tragedia! [Ride.] A me è sembrata una bellissima cosa. È tragico, perché l’attore principale nel terzo atto muore e non c’è via d’uscita. Questo è molto interessante. Credo che questo “non avere via d’uscita” sia positivo da un certo punto di vista. Dobbiamo andare avanti. Molti anni fa ho assistito al funerale di una giovane curatrice del Van Abbemuseum di Eindhoven. Sai, gli olandesi sono protestanti, ed è stato uno dei funerali più straordinari che io abbia visto in vita mia, perché non devi piangere. Non devi essere triste, perché quel momento è soltanto la vita che continua dopo la morte, un nuovo inizio. I Sufi dicono che la vita è un sogno e la morte è il risveglio. Quel funerale fu incredibile. Una giovane curatrice che lasciava due bambini: uno di sei anni, uno di quattro. Erano seduti in prima fila e la bara era aperta, e ai bambini è stato detto che la madre era un angelo, che stava solo dormendo e che sarebbe andata a raggiungere gli altri angeli. I bambini erano molto contenti e nessuno piangeva. È arrivata la nonna e ha fatto questo splendido discorso su tutte le cose belle che aveva fatto la figlia e su come era morta bene. Poi hanno suonato un po’ di musica, è arrivato il prete e ha fatto la cosa più incredibile di tutte. È arrivato con due enormi viti e le ha date ai bambini perché fossero loro a chiudere la bara.



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